Intervista a Stefano Zanzi CEO di H.S.A. Cosmetics e specialista del settore beauty

by 15 luglio 2021
Intervista a Stefano Zanzi CEO di H.S.A. Cosmetics e specialista del settore beauty

Abbiamo intervistato Stefano Zanzi, CEO di H.S.A. Cosmetics, con 37 anni di esperienza nel settore del beauty, ha portato l’azienda di famiglia da piccola realtà produttiva specializzata in tinte per capelli, a realtà internazionale riconosciuta e presente in circa 90 paesi del mondo sia con la divisione private label che con brand di proprietà.

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Salve Stefano, intanto grazie per averci dedicato il suo tempo. Iniziamo subito! Quali sono stati gli sviluppi del contoterzismo negli anni, come si è evoluto?

Per definire brevemente come è cambiato il contoterzismo nel mondo beauty, mi piace utilizzare spesso dei termini che definiscono il nostro approccio al cliente: da «Me to You» a «We to We» strategy. Con questo, intendo il cambio radicale nella tipologia di relazione che instauriamo con i nostri clienti.

Il contoterzista classico propone ai clienti, in modo abbastanza unilaterale, una serie di prodotti che ha concepito come novità, cercando di spingere i vari brand a creare la propria linea con tali prodotti, con leggera personalizzazione per non modificare eccessivamente le formule. 

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Con il nostro metodo «We to We», noi preferiamo rapportarci ai vari brand considerandoci come veri e propri partner consulenti e non semplici produttori, fornendo spunti, consigli, ricerche di tendenze e concetti marketing da sviluppare in sinergia. Il prodotto del clienti risulta quindi creato unicamente per lui e con tutte le più elevate personalizzazioni, corredato da informazioni e comunicazioni utili a sviluppare potenti storie e contenuti che portano il brand al successo nei propri mercati.

Trend cosmetica e futuri ingredienti da tenere d’occhio, quali sono secondo lei i più interessanti?

Sono vari i trend che stanno nascendo nel mercato della cosmetica, alcuni sono diretta conseguenza di macro-trend socio culturali, altri invece sono il risultato di micro tendenze che diventeranno di moda tra qualche anno. La pandemia ha infuso negli individui paure e timori, per cui le persone sentono il bisogno di essere rassicurate anche durante l’acquisto di prodotti di bellezza. 

Rispetto al passato vediamo un nuovo interesse per la scienza, per la medicina e non solo nella natura. Questo ha portato allo sviluppo ulteriore del concetto della clean beauty e del less is more, vale a dire formulazioni che sicuramente traggono dalla natura ciò che di più valido può offrire, ma in sinergia con molecole ed ingredienti di sintesi che sono altamente performanti, sicuri ma che non danneggiano l’ambiente né tanto meno la pelle o i capelli degli individui.

Sempre in questo filone, si sta sviluppando un forte interesse della cosmetica per le biotecnologie, che sviluppano ingredienti attivi vegetali coltivati in vitro con processi 100% sostenibili. Anche gli ingredienti naturali fermentati sono sempre più utilizzati poiché gli ultimi studi in cosmetica, iniziati soprattutto in Corea, stanno dimostrando che la fermentazione contribuisce a donare alte performance agli ingredienti.

Le liste ingredienti dei prodotti si stanno sempre più semplificando ed accorciando, inserendo pochi attivi ma in alte percentuali per dare una comunicazione chiara al cliente, mantenendo però i risultati promessi. Per una certa tipologia di clienti poi, soprattutto i più giovani, la multifunzionalità è fondamentale: prodotti con più funzioni, veloci, di facile utilizzo ed effetti immediati sono richiestissimi dai Millennial e dalla Gen Z, ma anche da persone più mature che hanno però una vita dinamica e sportiva per cui non hanno tempo per dedicarsi a lungo ed impegnative skin routine.

Come si crea un prodotto cosmetico da zero?

Creare un nuovo prodotto cosmetico non è così semplice come sembra; le fasi di analisi e sviluppo sono infatti varie e comportano tempi non brevissimi. Per un prodotto si impiegano normalmente dai 9 ai 15 mesi per passare dalla sua formulazione alla commercializzazione. 

Innanzi tutto, prima di procedere con lo sviluppo in laboratorio, occorre uno studio approfondito del mercato, sempre più segmentato e complesso anche in un singolo territorio, per valutare il posizionamento che deve avere il prodotto in termini di immagine, prezzo e concetto formulativo. Allo studio del mercato si deve associare la valutazione delle tendenze sia in campo socio culturale che di ingredienti attivi, nuove texture e funzionalità. Dopo aver chiarito questi punti, si può inviare un brief completo al laboratorio di ricerca e sviluppo che valuta le richieste alla luce degli aggiornamenti legislativi cosmetici nonché agli ultimi studi scientifici relativi agli ingredienti attivi, ai processi produttivi e alle mode del momento in ambito beauty.

La formula viene poi testata e rivista più volte per raggiungere il perfetto equilibrio degli ingredienti, conservanti, profumo affinché il prodotto sia stabile ed efficace. Confermato il prodotto, vengono svolti tutti i test che stressano la formula a temperature estreme e in packaging vari affinché’ le condizioni di stoccaggio, e altri agenti esterni non rovinino il prodotto nel tempo e non permettano contaminazioni da micobatteri.

Ci racconti il vostro approccio all’innovazione nel beauty

L’innovazione non è un semplice lampo di genio che arriva da qualche formulatore o da altri dipendenti dell’azienda, ma è un processo coordinato con metodo e stimolato costantemente ed effettuato sia internamente che all’esterno tramite consulenti e processi di “open innovation”.

La nostra innovazione deriva da spunti vari che partono dallo studio delle tendenze prospettate da trend forecasters con i quali collaboriamo, oppure da studi di marketing e di cosmetica nonché dall’ascolto in tutto il mondo di fornitori di materie prime nonché da ricerche universitarie o mediche. Un grande contributo deriva poi da chi frequenta il mercato quotidianamente come le forze vendite e i responsabili tecnici e della formazione che acquisiscono dati e feedback importanti da chi opera nel settore ed utilizza prodotti in modo continuativo. L’innovazione quindi non si riduce a nuovi ingredienti attivi, ma può presentarsi anche in nuove texture inaspettate fino ad oggi per quel prodotto, oppure ad un sistema di delivery o di packaging nuovo, o a risultati mai raggiunti prima in una certa categoria.

Di cosa si tratta e in cosa consiste il progetto “PDD”

PDD è il semplice acronimo di Product, Distribution e Digitalization che rappresentano i 3 asset aziendali su cui stiamo lavorando da circa 3 anni a livello strategico ed operativo per rendere la nostra azienda come una delle più riconosciute al mondo per la capacità di connettersi coi sogni dei propri clienti, con il loro desiderio di sviluppare concetti di prodotto cosmetico di successo nell’area private label, oppure col desiderio di essere presenti nel mercato con un brand che permetta loro di distinguersi e promuova unicità, nell’area dei nostri brand di proprietà. 

Abbiamo quindi iniziato con lo sviluppo di prodotti nuovi, moderni e che rispecchiano le ultime tendenze formulative come la clean beauty, ma abbiamo anche riformulato diversi prodotti per renderli più performanti. Nel settore private label ci stiamo avvicinando a brand non solo professionali, che sempre hanno caratterizzato la nostra distribuzione del prodotto personalizzato, ma anche a marche presenti i diversi canali come quello retail, e-commerce e in generale degli indie brands. 

Come vede il futuro della clean beauty?

L’approccio formulativo clean non è purtroppo regolato da alcuna direttiva od organismo ufficiale riconosciuto a livello internazionale, ma si sta diffondendo in tutte le sue sfaccettature nei vari brand di cosmetica sia haircare che skincare e make up. 

E’ sempre più comune dover formulare secondo “black list”, vale a dire evitando tutta una serie di ingredienti non sicuri o inquinanti. Personalmente prediligo le “positive list”, vale a dire l’utilizzo di tutti gli ingredienti naturali efficaci, combinati a quelli di sintesi che rispettano però processi produttivi sostenibili e che non danneggiano l’ambiente o la pelle e i capelli. 

Sempre più si noterà nel futuro lo sviluppo di formule molto result-oriented, liste ingredienti brevi ma che seguiranno inevitabilmente le linee guida per avere un prodotto sicuro e sostenibile. La clean beauty rappresenterà quindi il perfetto bilanciamento tra tutto ciò di positivo che ci fornisce la natura e la scienza.

E infine, quali sono a suo avviso i punti di forza che riconosce in Abiby?

Abiby rappresenta i valori in cui credo e il corretto orientamento al mercato che ogni brand moderno dovrebbe avere. Nel suo DNA c’è infatti il desiderio di parlare con le proprie clienti, di conoscere le loro storie e condividerle creando una grande community in cui ogni individuo può mantenere ed esprimere la sua individualità senza dover “subire” i diktat unilaterali di qualche brand. 

Abiby è contemporanea, inclusiva e dona la possibilità ad ogni utilizzatrice di esprimere i suoi giudizi, condividerli, ottenere consigli. La grande differenza di Abiby rispetto a molte aziende beauty, sta proprio nel fatto che oggi non si può più rispondere ai bisogni delle donne valutandole solo per l’etnia, la struttura dei capelli e poco altro, ma loro ascoltano le infinite richieste della donna moderna e i loro comportamenti sociali che caratterizzano poi gusti e desideri diver.

Ogni mese Abiby presenta alle sue abbonate tre brand diversi con una selezione esclusiva di prodotti ed accessori beauty, scopri come diventare una delle star dei prossimi mesi!

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