Con l’arrivo della nuova decade non possiamo non guardarci alle spalle e considerare tutti i cambiamenti che il mondo beauty ha fatto negli ultimi dieci anni. Dalla nascita dei social all’indie beauty, al concetto di inclusione e new green.
L’ultimo decennio della cosmetica è passato, portando con se tantissimi termini nuovi che oggi ridefiniscono il concetto stesso di bellezza. Si apre a 360°, non solo in termini di mercato e numeri, ma soprattutto nel modo di intendere la cura di se stessi. Solamente in Italia, Cosmetica Italia registra che: «ogni individuo utilizza quotidianamente almeno 8 cosmetici. Dai gesti legati all’igiene, passando per idratazione e protezione, fino ad arrivare al tocco finale di rossetto o profumo». Ma anche che: « il settore cosmetico è sano e continua a investire in ricerca e innovazione per rispondere ai bisogni dei consumatori e oltre il 65% del make up consumato in Europa è prodotto da imprese italiane. Le esportazioni di cosmetici registrano un costante trend positivo».
L’evoluzione del make up e della sua assenza come filosofia
Il mercato della cosmesi ridefinisce anche i suoi obbiettivi che abbracciano nuove ideologie, come l’autenticità, l’unicità e la libertà di scelta. Il make-up non serve più a coprire imperfezioni e insicurezze, ma piuttosto, a ridisegnare i confini della propria personalità. Si passa quindi dal “glowing” alle “esplosioni di colore”, che ricalcano i trend degli anno ’80. Allo stesso modo, il fenomeno del “no make up make up” diventa sempre più forte, arrivando in alcuni casi alla rinuncia completa del trucco, mutando così in una filosofia – già abbracciata da alcune star, come Alicia Keys e Cameron Diaz e che trova conferma in sempre più donne.
Alimentazione e bellezza intrise l’una dell’altra
I nuovi prodotti di bellezza devono far bene all’intero organismo – questa la sfida che si pone oggi la cosmetica – privilegiando l’idratazione e con al loro interno proprietà anti ossidanti, per contrastare l’inquinamento delle grandi città. I superfood come: cocco, avocado, banana e CBD diventano parte integrante della skincare, facendola entrare nella nuova era.
Al contempo, il trend del naturale – green e vegan – sta diventando sempre più importante e richiesto da parte dei consumatori, che si auto-definiscono: attenti alla provenienza degli ingredienti, packaging sostenibile e ricerca. Soprattutto tra i giovanissimi, i Millennial e la Generazione Y, questa nuova via della cosmesi è divenuta una conditio sine qua non, in una nuova categoria di consumo, che ha necessità ben precise.
Tra prodotti iper performanti e la mask obsession
In questi ultimi dieci anni abbiamo quindi potuto partecipare al cambiamento della cosmesi, che se prima ideava un prodotto per rispondere ad ogni problematica, oggi tenta di creare sempre più prodotti ad ampio spettro, che racchiudo in un solo gesto maggiori funzioni.
Tra i trend che sono restati sulla cresta dell’onda per l’ultimo decennio, troviamo sicuramente le maschere viso, che restano le vere protagoniste di questa bellezza che pone l’accento su ricerca e innovazione. Dal 2016 a oggi, le tendenze beauty più seguite arrivano proprio dall’Oriente: la tradizione di quei popoli si fonde perfettamente alle tendenze creando prodotti a cui non si più rinunciare. Allo stesso tempo, emerge una nuova frontiera della bellezza: la Scandinavian Beauty, basata sulla semplicità, sulla praticità e sulla forza degli ingredienti puri.
Inclusione, #bodypositive e gender fluid
Credits: @missguided
Tra i traguardi più grandi di questo decennio c’è sicuramente la completa apertura e inclusione da parte dei brand beauty ad ogni tipo di bellezza e personalità: un nuovo modo di vedere il make up, che abbandona ogni regola prestabilita. Madrina di questo pensiero è stata la cantante Rihanna, che con il suo brand Fenty Beauty ha dato inizio alla rivoluzione: creare un fondotinta in cinquanta sfumature di colore, dalle pelli più eburnee a quelle più scure, ha permesso di ridefinire il concetto stesso di make-up.
Si apre così all’inclusività il mondo della cosmesi, accettando e valorizzando ogni tipo di personalità. Uno studio promosso da Focus Management sostiene che. «l’80% degli italiani preferisce brand attenti alla diversità (in senso ampio) e afferma che le marche considerate “inclusive” riescono a ottenere fino al 16,7% in più di gradimento».
Allo stesso tempo, negli ultimi anni si è sempre più parlato di #bodyshaming e di come combatterlo: sia nelle grandi industrie che nel nostro piccolo. Si parla quindi di #bodypositive (soprattutto nell’industria della moda) grazie alla apertura verso modelle che si allontanano da ideali irrealizzabili e vecchi preconcetti estetici, accogliendo anche all’interno delle grandi Maison fisici che, fino a 15 anni fa, sarebbero stati ghettizzati ed esclusi… basti pensare ad Ashley Graham e alla sua presenza sulle passerelle.
Anche nel mondo del beauty però si è affrontato il #bodyshaming, basti pensare a Kylie Cosmetics, fondato da Kylie Jenner. Nato dall’esigenza personale di combattere le critiche mosse da chi prendeva di mira il suo modo di truccare le labbra, sottili di natura e rese più grandi da filler e trucco. Con la sua linea di make-up però, la Jenner è oggi tra i giovani più influenti del millennio, secondo Forbes.
Infine, negli ultimi anni abbiamo potuto assistere all’abbattimento della differenziazione di genere, ridefinita anche attraverso il concetto bellezza. Non esiste più maschile e femminile, ma l’espressione unica del proprio io, rompendo i canoni convenzionali. Nell’ambito beauty, quello che una volta veniva chiamato unisex, oggi viene definito “gender fluid”, abbattendo ogni differenza e portando la lotta della parità dei sessi ad un livello in cui uomini e donne sono assolutamente sullo stesso piano, in ogni sfaccettatura della loro esistenza; sia essa lavorativa, sentimentale o estetica.